Pitti Uomo 2023: vintage e workwear rubano la scena al tailoring.

Pitti Uomo inaugura a Firenze la 104esima edizione, con un centrato di moda e persone che declineranno i canoni della moda maschile. Un mix di stili tra vintage, workwear e il classico abito sartoriale la fanno da padrone.
 

Andrea Sartor fotografato a Pitti Uomo 104

Andrea Sartor fotografato a Pitti Uomo 104

 

Pitti Uomo 2023 si propone con idee ben precise, promuovendo la moda circolare, la sostenibilità ed il riutilizzo, dando finalmente una spinta al tema del vintage.
 
 

Kai Schmedes davanti alla installazione di Eli Russell Linnetz a Pitti

Kai Schmedes davanti alla installazione di Eli Russell Linnetz a Pitti

 
Ad accogliere i visitatori  la scultura del designer californiano Eli Russel, una gigantesca statua della libertà “affondate” sorretta solamente da qualche impalcatura, quasi a sottolineare la volontà di ripresa e di continuo rinnovamento che il mondo della moda cerca in modo costante. 

Pitti Uomo e le sorprese alla Fortezza da Basso

Sin da subito si percepisce che il clima del Pitti di quest’anno è variegato: il vintage si mescola ai nuovi marchi di workwear e la sartoria non gioca più esclusivamente come main eventer, il vero spirito dell’evento lo si coglie soprattutto guardando il pubblico che, in modo più casual, riempie la piazza della Fortezza da Basso. Pitti Uomo da sempre gioca il ruolo di vetrina per marchi, dealers ma anche, e soprattutto, per influencer e brand ambassador che contribuiscono alla pubblicizzazione, e promozione della sua immagine. 

 

nhu_next.human.uniform

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La vera anima del Pitti la si può comprendere forse solamente guardandosi intorno. Sono ormai rimasti pochi i così detti “Pitti peackock” , i “pavoni del Pitti”, esuberanti ed eclettici dandy contemporanei, ospiti dell’evento, che fino a qualche anno fa sfoggiavano doppiopetto dai colori pastello, forme esagerate e risvolti vertiginosi.

 

Charley Vecchio from Detroit a Pitti Uomo

Charley Vecchio from Detroit a Pitti Uomo

Le novità dei brand

Oggi la ricerca si sposta verso qualcosa di più autentico e lo si vede attraverso delle costanti che possiamo individuare tra alcuni dei suoi più interessanti partecipanti. Graphic t-shirts vintage, stivali da cowboy, giacche militari, pantaloni mimetici e tanto, tanto denim, più logorato, meglio è.
Gli accostamenti e i contrasti sono la cosa più interessante e la scelta dei pezzi esprime la volontà di raccontare una storia. Lo fanno anche alcuni, tra gli 825, brand che troviamo sparsi tra i vari padiglioni espositivi del Pitti.  

Fanizzo Massimo fotografato a Pitti Uomo 104

Fanizzo Massimo

Captain Santors, Fortela, Manifattura Ceccarelli sono alcuni dei nomi che ci siamo appuntati; marchi che ripropongono pezzi storici e mantengono un’attenzione per la qualità e i dettagli imparagonabili, sempre attraverso un’immagine che, detto tra noi, ci entusiasma non poco. Finalmente il formale e l’elegante, classiconi del Pitti, incontrano realtà più autentiche e genuine valorizzandosi a vicenda. Il tema del heritage, la ripresa di capi iconici assieme all’indagine sui tessuti e i materiali sono il punto forte di alcune di queste realtà in forte crescita che fanno ben sperare ad un ritorno al buon gusto. 

Patrick Hellemans

Patrick Hellemans

 

Il menswear mette in dialogo tradizione ed innovazione in modo divertente, quasi ludico, come ci suggerisce anche il tema di quest’anno che è proprio Pitti Games. Le regole del gioco siamo però noi a crearle e, grazie ad un allestimento più fluido, Pitti diventa un’esperienza interattiva dove conoscere i marchi, le loro proposte ma soprattutto interagire con il pubblico. 

Le collezioni primavera-estate presentate a Pitti Uomo premettono bene.

La volontà del Pitti di quest’anno, anche per quanto riguarda l’indirizzo preso dai brand partecipanti, è quella di puntare alla moda circolare, al utilizzo responsabile di materiali, ai materiali rigenerati ed etici, cercando di risollevare il tema dell’artigianato e del buon prodotto contro ogni ulteriore minaccia del fast fashion. Le parole chiave sono quindi recycling, reusing e reducing e Pitti si presenta così più sostenibile, etico e responsabile. 

Andrija Straka. di Soki Noki

Andrija Straka. di Soki Noki

Cosa altro dire, inaspettatamente il Pitti anche quest’anno riesce ancora a interessare, affascinare e ispirare; L’importate è saper scegliere, ma per questo, vi aiuteremo noi, promesso. 

 

Lorenzo Don

Lorenzo Don