Ferrari 250 GTE, la poliziotta anni 60

La Ferrari 250 GTE 2+2 della Polizia è stata tra le più celebri nonché originali auto in servizio presso la Questura di Roma. L’auto infatti apparteneva alla Polizia di Stato ed era guidata dal leggendario maresciallo Armando Spatafora.
 

La Ferrari 250 GTE 2+2 della Polizia è stata tra le più celebri nonché originali auto in servizio presso la Questura di Roma.

Dettaglio anteriore Ferrari 250 GTE 2+2 della Polizia

 
Correvano i primi anni ’60 e allora come oggi, la Città Eterna era il teatro di rapine e sequestri con i malviventi che riuscivano a dileguarsi su auto truccate o comunque più veloci, di quelle in dotazione alle Forze dell’ordine. Tuttavia queste ultime pur disponendo di Alfa Romeo 1900 e anche alcune Giulia 2600 Sprint non riuscivano a contrastare la criminalità. 
Così vi era il bisogno di un mezzo efficace e prima di tutte, persino delle Lamborghini, arriva lei, la Ferrari 250 GTE 2+2 del 1962. 

Ferrari della Polizia una 250 GTE 2+2

La richiesta, alquanto inconsueta, che per contrastare efficacemente la malavita romana sarebbe stato necessario disporre di una Ferrari, viene fatta all’allora Prefetto nonché Capo della Polizia, Angelo Vicari, direttamente da un giovane brigadiere, poi maresciallo. Proprio lui, Armando Spatafora, fa calare il gelo, con questa assurda quanto fantomatica idea. “Ci vorrebbe una Ferrari eccellenza!” esclamò nell’incontro con gli uomini della Polizia di Stato che lo stesso Prefetto richiese per comprenderne le necessità. 
Per quanto incredibile fosse tale richiesta, il Prefetto vi acconsentì, al punto che nel giro di pochi mesi la squadra mobile di Roma disponeva di una Ferrari 250 GTE 2+2. Di colore nero, con lampeggiante, sirena e l’inconfondibile pantera, simbolo della squadra volante, sulle fiancate anteriori, incuteva un certo timore solo nel guardarla. 

Leggenda narra che in origine le Ferrari 250 GTE 2+2 fossero addirittura due. La prima arriva nel 1962 e subito andò distrutta in un incidente. Anche qui le versioni si dividono tra chi afferma che il fatto fosse accaduto in servizio e chi invece durante i test di collaudo. Sempre leggenda vuole che i rottami vennero trasportati frettolosamente a Maranello, dove il “Drake” in persona ne ordinò la demolizione. Che sia vero oppure no, non ci è dato di saperlo, ma questa atmosfera da “spy story”  ci piace e l’abbiamo inserita.
La seconda arriva nel 1963 ed è poi quella che è sopravvissuta sino ai tempi odierni con il numero di telaio 3999.
 

Brigadiere, poi maresciallo, Armando Spatafora in servizio presso la Questura di Roma.

Brigadiere, poi maresciallo, Armando Spatafora in servizio presso la Questura di Roma.

 

Caratteristiche della Ferrari GTE 2+2

La 250 GTE 2+2 fu la prima autovettura Ferrari a quattro posti prodotta in larga scala. Il design, realizzato da Pininfarina, presenta una linea molto morbida. Il frontale è dominato dalla griglia della presa d’aria del radiatore, con ai lati interni due proiettori supplementari. Sui lati esterni della stessa trovano posto i proiettori circondati da un anello concavo cromato e al di sotto le luci di posizione circolari che fungono anche da indicatori di direzione. Al posteriore invece, nella coda della vettura al termine dei parafanghi, trovano posto i gruppi ottici composti da tre elementi circolari.  
Il motore è il V12 da 3,0 litri e 240 Cv di potenza, in grado di spingerla a oltre 250 Km/h. Va veloce, talmente veloce che viene usata anche per percorrere la tratta Roma/Napoli nelle emergenze sanitarie. Tempo effettivo di percorrenza impiegato nella suddetta tratta, meno di 50 minuti. 

 

Armando Spatafora, alias Lince

La Ferrari GTE 2+2 della Polizia diventa un mito anche tra i criminali. Per il brigadiere Spatafora, la vettura non aveva segreti e al volante era imbattibile. Al punto che venne soprannominato, dai criminali, la lince. Per conoscerne i segreti Spatafora aveva seguito un corso di guida veloce a Vallelunga, sotto la supervisione di piloti e tecnici di Maranello. Il brigadiere diventa dunque una celebrità al punto che alcuni quotidiani di allora ne scrivono così: “Se vai in giro a tarda sera occhio sempre alla pantera! Ma se esci a tarda ora occhio, amico a Spatafora!“.
Di aneddoti ve ne sono molti e difficilmnte potremmo elencarli tutti. Il più eloquente è l’inseguimento del brigadiere ad un marsigliese. Questo per sfuggire alla Ferrari si lanciò giù per le scale di Trinità dei Monti, convinto che il brigadiere a bordo della Ferrari rinunciasse, ma si sbagliava e, beffato dalla sua stessa trappola, si fermò a causa della rottura della sua auto e venne arrestato.
 

Ferrari 250 GTE 2+2 della Polizia in azione sulle strade della capitale

Ferrari 250 GTE 2+2 della Polizia in azione sulle strade della capitale

 

La fine del mito 

La Ferrari della Polizia viene dismessa alla fine degli anni ’60 e venduta all’asta. Era il 1972 e ad aggiudicarsela fu  un appassionato di Rimini Luigi Cappelli che ne ha custodito e preservato l’originalità per i successivi 40 anni. Cappelli e i suoi figli non perdono occasione per mostrare l’auto a manifestazioni ed eventi. Tra questi la Coppa delle Dolomiti nel 1984, occasione in cui la GTE 2+2 è nuovamente riunita con Spatafora. Quest’ultimo dimostra ancora una volta le sue inossidabili qualità di capace pilota, guadagnando il 2° posto nella competizione.  
Nei primi anni del 2000 la GTE 2+2 “torna in servizio” e in seguito ad un accordo con la Polizia di Stato viene ceduta in comodato alla Polizia e diventa il pezzo forte del nuovo Museo dei veicoli della Polizia. La Ferrari ottiene così il privilegio di essere l’unica auto privata a poter circolare con le targhe originali (Polizia 29444)e a conservare livrea, lampeggiante, sirena e ricetrasmittente ancora perfettamente funzionante. 

Nel 2015 l’auto cambia proprietario e partecipa al concorso di eleganza di Pebble Beach che contribuisce ad esaltarne il suo fascino internazionale. Nel 2020 è ancora una volta in vendita e ad occuparsene questa volta è uno dei maggiori esperti internazionali di auto classiche, Max Girardo della Girardo & Co.