Pininfarina, 90 anni di sogni

Pininfarina compie 90 anni e nonostante di tempo ne sia trascorso da quel famoso maggio del 1930, quando la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina fu fondata, continua ad essere ancora oggi il portabandiera del design italiano nel mondo.
Oggi, come allora, l’ideologia della Pininfarina è basata sull’importanza del design: la ricercatezza di un senso estetico che crei di conseguenza delle bellezze senza tempo, accompagnando tradizione e innovazione. Ecco cos’è Pininfarina.

Quando Giuseppe Battista Farina, detto “Pinin”, costituì la Carrozzeria, nello storico stabilimento di corso Trapani a Torino, lavoravano appena 150 operai. Le auto erano un bene di lusso e destinate a una cerchia di élite blasonata. Tuttavia “Pinin” aveva una visione lungimirante sul destino dell’automobile, in quanto era convinto che sarebbe diventato lo strumento principale della mobilità individuale. Così, per risolvere il problema di un’identità originale di una vettura, si lanciò nella ricerca della modernità e sullo studio dell’aerodinamica. Quest’ultima considerata dallo stesso “Pinin” “la forma della velocità“. La prima fuoriserie documentata Pinin Farina fu la Lancia Dilambda che partecipò al Concorso di Eleganza Villa d’Este del 1931.

 

Gli anni seguenti sono quelli in cui l’aerodinamica diventa un vero criterio di efficienza. Tale criterio, venne rappresentato al meglio da creazioni come l’Alfa Romeo 6c Pescara e la Lancia Astura cabriolet, una cabrio aerodinamica la prima che venne prodotta in un numero limitato di esemplari. E poi la Lancia Aprilia Aerodinamica una berlinetta da corsa che venne rivisitata e rivoluzionata dal punto di vista tecnico e della forma.

Gli anni ’40 sono pieni di difficoltà a causa delle vicissitudini legate alla II Guerra Mondiale. La ditta ne uscì distrutta. Nonostante ciò la Pinin Farina riprese l’attività con la produzione della Lancia Aprilia Bilux. La consacrazione definitiva arrivò con la creazione da parte di Pinin della Cisitalia 202. Considerata un’opera d’arte in movimento fu la prima auto ad entrare nella collezione permanente del MoMA di New York. Linee pure, lisce ed essenziali per questa vettura di nuova concezione per la quale Pinin abbandonò i canoni delle vecchie forme.

Nel 1951 iniziò la collaborazione con Enzo Ferrari, che porto alla nascita delle auto più belle di tutti i tempi: la Ferrari 212 e la 250 GT del 1954. L’incontro tra i due sembrò dover fallire fin dall’inizio in quanto entrambi volevano conoscersi ma nessuno era disposto a lasciare la propria città. A risolvere la bizzarra vicenda ci pensò Sergio, figlio di Pinin, che organizzò l’incontro tra i due a Tortona, a metà strada tra Torino e Modena. Al Motor Show di Bruxelles del 1954 venne esposta la Lancia Aurelia B24 S. Un capolavoro di “fuoriserie prodotta in serie” che rimase impressa nella memoria collettiva in quanto protagonista del film “Il sorpasso” di Dino Risi con Vittorio Gassman. 


 



A Grugliasco, provincia di Torino, nel 1958 venne inaugurato il nuovo stabilimento, mentre l’anno seguente esordì la Ferrari 250 GT SWB. Con l’inizio degli anni ’60 giunsero importanti cambiamenti. Il primo riguardò il controllo dell’azienda che Giuseppe Farina affidò al figlio Sergio e al genero Renzo Carli. Intanto il Presidente della Repubblica Gronchi, autorizzò la variazione del cognome della famiglia in Pininfarina. Questo anche grazie al fatto che il nome Pininfarina all’estero rappresentava (e ancora oggi rappresenta) un aspetto importante dello stile e dell’industria italiana. Gli anni ’60 sono quelli che diedero alla luce vetture come l’Alfa Romeo 1600 Spider nota come “Duetto” e la Fiat 124 Sport Spider. 


Gli anni ’70  furono caratterizzati dalla crisi petrolifera e dalla scarsità di risorse energetiche. Ciò spinse l’azienda a concentrarsi in modo molto più marcato sulle attività di ricerca e design ad opera della Pininfarina Studi e Ricerche rispetto a quelle di produzione.
Gli anni ’80 videroo la produzione, complicata e costosa della Cadillac “Allanté”. La cabriolet era fabbricata a Grugliasco, rifinita a San Giorgio e spedita a Detroit dove veniva infine abbinata al pianale. A chiudere il decennio arrivò una rossa, la più bramata di tutte, la Ferrari F40. Questa aprì la strada ai progetti degli anni a venire che vedranno la penna della Pininfarina scolpire auto come la Bentley Azure, Ferrari 456 GT, e Fiat Coupé.  A queste si aggiungono la Lancia K Station Wagaon e Peugeot 306 Cabriolet. 
Nel 2012 Sergio Pininfarina morì e l’anno seguente per ricordarlo venne presentato il prototipo Pininfarina Sergio.

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