50 Anni fa nasceva la LANCIA STRATO’S

Cinquant’anni fa, nel cuore dell’industria automobilistica italiana, prendeva vita una leggenda destinata a segnare profondamente la storia dei rally e dell’automobilismo sportivo in generale. Era l’anno 1973 quando la Lancia Strato’s, una vettura dall’aspetto futuristico e le prestazioni straordinarie, faceva il suo debutto ufficiale. Quel momento segnava l’inizio di un’icona, un’auto da sogno che avrebbe catturato l’immaginazione degli appassionati di auto da corsa e degli amanti della velocità in tutto il mondo.

Le origini della Lancia Stratos

Il mito della regina dei rally partì da un concept disegnato da Marcello Gandini della Bertone
C’è un legame forte tra Lancia e le corse, che rimanda alla metà degli Anni 60 e all’epopea della “Fulvietta” Coupé. La due porte di Chivasso nacque per spingere le vendite della “bruttina” Fulvia berlina. Poi debuttò in gara al Tour de Corse ’65: concluse all’8° posto, capì il suo potenziale e volle scommettere sul suo successo e divenne un mito. A fine Anni 60 la popolarità dei rally crebbe sempre più (Alpine A110, Porsche 911, Ford Escort…) e Lancia Corse (nata nel ’65 dall’assorbimento della squadra HF) si trovò di fronte a un problema: i giorni della Fulvia, sportiva popolare con cui andare anche al supermercato, erano contati. Serviva, insomma, una vera purosangue. Sandro Munari chiese una macchina da 300 Cv facile da riparare tra una Speciale e l’altra. Rispetto all’Alpine questo richiedeva un telaio più rigido (cioè pesante) e, perciò, il motore posteriore per sviluppare più coppia.

50 anni Lancia Stratos

50 anni Lancia Stratos

Il design Bertone per Lancia

Nel frattempo Bertone desiderava catturare l’attenzione della Lancia. L’occasione arrivò per il Salone di Torino ’70. Il capo del Reparto Design Marcello Gandini ricevette l’incarico di realizzare qualcosa di unico, in rottura con qualsiasi schema precostituito. Aveva già disegnato l’Alfa Romeo Carabo (1968) e l’Autobianchi Runabout (1969) ma per questo nuovo progetto poteva (doveva!) spingersi oltre i limiti. Creò un oggetto futuristico, supersonico. La forma a cuneo dei suoi concept di quel periodo raggiunse l’estremo: lunghezza inferiore a 360 cm (una Smart I° serie è lunga 250) e altezza di appena 84 (contro 101,6 di una “altissima” Ford GT40, in proporzione alta come un SUV). L’abitacolo era talmente avanzato che il frontale si armonizzava perfettamente con il parabrezza. Per la costruzione Bertone acquistò una Lancia Fulvia Coupé incidentata: la carrozzeria era molto danneggiata ma motore e cambio erano salvi. Sfruttando ogni angolo possibile il 4 cilindri fu installato nel telaio in posizione posteriore-centrale-trasversale mentre il Reparto Sperimentale fece prove continue degli ingombri per creare la carrozzeria, con l’obbiettivo di ottenere “qualcosa” entro i limiti dell’ammissibile.
 

Lancia Stratos Bertone

Lancia Stratos Bertone al salone di Torino

 

La Lancia Stratos presentata al Salone di Torino

Il 28 ottobre 1970 si inaugurò il Salone di Torino. La strato’s apparve nello stand di Bertone,  un oggetto a quattro ruote “impossibile”. Non aveva porte: era necessario sollevare il parabrezza, calarsi di schiena e accomodare le gambe. A questo punto si tirava verso di sé il piantone dello sterzo verticale era la Lancia Stratos. La “Strato’s” rappresentava lo sguardo della Bertone proiettato al futuro. Ebbe il merito di stupire tutti i visitatori e catturare l’interesse della Lancia. In seguito, infatti, Bertone ricevette l’incarico di rendere quel giocattolo futurista la bomba da corsa cui Fiorio stava pensando, addirittura realizzabile in serie.
 

Lancia Stratos su strada

Lancia Stratos su strada

La Lancia Stratos negli 2000

Nel 2011 la Bertone Strato’s Zero è stata venduta all’asta da RM Sotheby’s durante i giorni del Concorso d’Eleganza Villa d’Este. La vendita all’incanto ha prodotto la “dispersione” della Collezione Bertone dopo il fallimento dell’azienda. Oggi è di proprietà di Phillip Sarofim, ed esposta al Petersen Museum a Los Angeles.