Two Wheels and a Crank Camera il documentario motociclistico diventa racconto d’identità
Cosa accade quando la passione per il cinema incontra il rombo di una moto d’epoca? Nasce qualcosa che va oltre il semplice documentario motociclistico: una riflessione personale, un diario emotivo, un manifesto per chi crede nella libertà espressiva delle due ruote. Two Wheels and a Crank Camera è tutto questo, ed è stato tra i titoli più intensi presentati al Cinematic Motor Fest, il festival cinematografico che si è tenuto a Modena, nel cuore pulsante della Motor Valley.
Two Wheels and a Crank Camera il documentario motociclistico
Con la parola chiave documentario motociclistico non si intende più solo un reportage tecnico o un’ode alla velocità, ma un’opera che esplora il vissuto, i pensieri e le derive artistiche che la moto può generare. Ed è proprio questo il cuore pulsante del film diretto da Pedro Bruno Rodrigues e scritto e interpretato da Marina Cianferoni: una narrazione personale che diventa collettiva, un racconto visivo che esprime lo spirito libero di chi vive la moto non solo come mezzo, ma come stile di vita e punto di vista.
Un documentario motociclistico che è anche autobiografia
Girato in 2K e con sottotitoli in inglese, Two Wheels and a Crank Camera ha una durata di 20 minuti ma la densità narrativa di un romanzo di viaggio. La protagonista è Marina Cianferoni, giornalista, motociclista, appassionata di cinema e fondatrice, insieme al suo compagno, di La Mala Suerte Ediciones, una casa editrice indipendente che pubblica esclusivamente libri sul mondo delle moto.
Marina Cianferoni: protagonista di Two Wheels and a Crank Camera
Il film inizia raccontando la scoperta di Marina: il suo modo di osservare il mondo cambiava radicalmente ogni volta che era in sella alla sua BMW R75/7, affettuosamente chiamata Frida. Dalla sella della sua moto, Marina ha visto la vita come attraverso un’inquadratura in movimento, un carrello fluido, uno sguardo cinematografico in perenne transizione. Ogni curva, ogni strada sterrata o panoramica urbana si trasformava in una scena, ogni incontro in un personaggio, ogni guasto in un colpo di scena.
Cinema e motocicletta una connessione inattesa
L’incontro tra Marina e Pedro Bruno Rodrigues, regista portoghese affascinato dalle storie non raccontate, è il punto d’origine del progetto. Da due visioni distanti nasce un’alleanza creativa. Pedro porta lo sguardo esterno, la capacità di cucire immagini e suggestioni, mentre Marina offre il cuore pulsante, il racconto in prima persona, la sensibilità di chi ha vissuto ogni dettaglio sulla propria pelle.
Il documentario motociclistico si sviluppa come un viaggio interiore ed estetico. Lo spettatore viene condotto attraverso memorie, aneddoti e paesaggi con l’intento di mostrare come la moto possa essere uno strumento per comprendere meglio il mondo – e sé stessi. C’è il richiamo agli art film, alla Nouvelle Vague, alle opere che hanno segnato Marina da ragazza, ma anche alla cultura motociclistica indipendente, quella fatta di raduni underground, librerie d’autore e progetti editoriali lontani dal mainstream.
La Mala Suerte Ediciones la passione diventa impresa
Uno degli aspetti più originali e significativi del documentario è la nascita di La Mala Suerte Ediciones, una casa editrice che pubblica solo libri legati al mondo delle moto. Non si tratta di manuali tecnici, ma di storie, poesie, fotografie, riflessioni. È un’editoria che mira a dare voce a chi vive la moto come filosofia di vita, che documenta lo spirito di appartenenza a una comunità errante e appassionata.
Pedro Bruno Rodrigues il regista del documentario
Marina racconta di come tutto sia iniziato per caso: un libro, un viaggio, un incontro. Poi sono arrivate le prime pubblicazioni e, con esse, il desiderio di creare una narrazione alternativa rispetto al rumore di fondo del mercato editoriale. Le moto e il cinema, dice Marina nel documentario, sono sempre stati strumenti di libertà e ribellione, proprio come i libri.
Il festival cinematografico di Modena celebra le storie in movimento
Inserito nella programmazione del Cinematic Motor Fest, Two Wheels and a Crank Camera ha trovato il suo habitat ideale. Il festival, dedicato alle storie di motori raccontate attraverso la lente del cinema, si è confermato ancora una volta come uno degli appuntamenti più interessanti della stagione modenese. L’obiettivo del festival è chiaro: dare voce a storie autentiche, spesso fuori dal circuito commerciale, capaci di emozionare e sorprendere.
Nel contesto della Motor Valley, Modena non è solo patria di motori ma anche crocevia di creatività e cultura. Il documentario motociclistico di Marina e Pedro è stato accolto con calore da un pubblico misto: appassionati di moto, studenti di cinema, giornalisti, lettori curiosi. Tutti uniti dalla consapevolezza che certe storie possono nascere solo dove passione e immaginazione si incontrano.
Due ruote per capire il mondo
Uno dei messaggi più potenti di Two Wheels and a Crank Camera è che solo chi vive veramente la moto può capirne le implicazioni più profonde. Non è solo una questione di meccanica o di velocità: è lo stile, la postura, il silenzio del casco, il rapporto con il tempo e con lo spazio. È un modo di affrontare la vita che mescola tecnica e sensibilità, pragmatismo e poesia.
Il film non si limita a raccontare: coinvolge, interroga, ispira. Invita a riscoprire la bellezza del viaggio, anche quando è solo un breve tratto di strada. Invita a guardare il mondo come fosse un film – o forse, più semplicemente, a vivere come se ogni giorno fosse una scena da girare.
Un’opera da vedere leggere e perchè no da vivere
Two Wheels and a Crank Camera è molto più di un semplice documentario motociclistico. È una dichiarazione d’amore per le due ruote, per il cinema, per la narrazione come forma di resistenza e di esplorazione. Un’opera piccola nella durata ma immensa nella forza espressiva.
La sua presenza al Cinematic Motor Fest di Modena, festival cinematografico che ha saputo valorizzare storie autentiche e non convenzionali, dimostra come ci sia ancora spazio – e fame – di narrazioni intime, lente e profondamente umane. Marina Cianferoni e Pedro Bruno Rodrigues, con la loro visione poetica e concreta al tempo stesso, ci ricordano che dietro ogni moto può esserci un film. E dietro ogni film, una vita in cerca di libertà.
Direttore responsabile e Co-Fondatore di Moda e Motori Magazine