The Motorcycle Man il mito americano secondo Jason Ward
Un film poetico, on the road e dallo spirito autenticamente americano, presentato al festival cinematografico Cinematic Motor Fest di Modena, dove abbiamo incontrato il regista Jason Ward.
The Motorcycle Man il mito americano secondo Jason Ward
The Motorcycle Man: un’ode alla controcultura
Ambientato quasi interamente in un bar di provincia della California del Nord, The Motorcycle Man è molto più di un semplice film indipendente: è un ritratto intimo e affilato della controcultura americana, vista attraverso gli occhi e le parole di chi l’ha vissuta davvero.<br>Il bar, dove il regista Jason Ward ha lavorato per anni, diventa un palcoscenico vivo, un microcosmo dove passato e presente si intrecciano tra birre versate e storie raccontate. La trama segue due giovani in cerca del leggendario rifugio di Ken Kesey, guida spirituale della Beat Generation, e ad accoglierli in questo viaggio quasi iniziatico c’è un personaggio a metà tra il filosofo da bancone e il narratore beat: John Glover, vincitore del Tony Award, qui in una performance brillante, ironica e intensamente umana.<br>Lontano dai cliché del road movie, il film sceglie l’immobilità apparente di un luogo reale e vissuto, per esplorare temi come l’appartenenza, l’identità culturale e il bisogno di connessione in un’America sempre più disgregata.
Cinematic Motor Festival, un festival cinematografico che celebra i motori
Nel cuore di Modena, città che ha fatto della meccanica un’arte e della velocità un culto, il Cinematic Motor Fest si sta affermando come un festival cinematografico unico nel suo genere. Non una semplice rassegna, ma un vero e proprio omaggio visivo a ciò che accade quando il motore incontra il cinema: storie di libertà, identità e trasformazione. Tra i film più significativi di questa edizione, The Motorcycle Man di Jason Ward ha colpito pubblico e critica per il suo mix di suggestioni letterarie, paesaggi senza tempo e umanità autentica.
L’incontro con Jason Ward al festival cinematografico di Modena
Abbiamo avuto il piacere di incontrare Jason Ward proprio durante la presentazione del film al Cinematic Motor Fest. Il regista, originario della California del Nord, ci ha raccontato la genesi del progetto con passione e una punta di nostalgia:
Jason Ward al Cinematic Motor Fest
“Negli anni ’90 ho diretto un lungometraggio, poi mi sono allontanato dal mondo del cinema. The Motorcycle Man è stato il mio modo per tornare dietro la macchina da presa. L’ispirazione? Un personaggio realmente esistito, un ex pilota di moto e storyteller nato, che animava un bar locale con i suoi racconti incredibili.”
Ward vive nel paese dove ha girato il film, un luogo impregnato di cultura motociclistica. “Non sono un motociclista”, ci ha confessato, “ma ho lavorato per anni in quel bar e sono cresciuto circondato da quell’universo. Era inevitabile che diventasse il cuore pulsante della mia storia”.
Il carisma di John Glover, tra ironia e profondità
Il protagonista di The Motorcycle Man non è un semplice uomo in sella a una moto. È un anti-eroe carismatico che sembra uscito da un libro di Hunter S. Thompson, con la mordacità di George Carlin e la profondità di un vecchio saggio beat. La sua figura è ispirata a un uomo realmente conosciuto da Ward, un “local icon” che ha incantato generazioni con il suo spirito libero e la sua voglia di raccontare.
“Era il tipo che riusciva a farti riflettere ridendo. Aveva vissuto mille vite e sapeva metterle in fila in una narrazione irresistibile.”
Un’estetica da documentario
Il film è stato girato da Ben Mullin, direttore della fotografia vincitore di un Emmy e collaboratore di National Geographic. Ogni inquadratura è un’ode alla California più nascosta, fatta di curve solitarie, boschi scuri e bar dimenticati, che trasudano autenticità. La camera non impone, osserva, segue i personaggi con rispetto e una sottile ironia. Il risultato è una narrazione visiva che si muove tra la poesia e il realismo, tra l’on the road e la riflessione esistenziale.
Motori, storie e memoria culturale
The Motorcycle Man non è solo un viaggio fisico alla ricerca di una baita leggendaria. È un percorso interiore alla scoperta di ciò che ci definisce. Autonomia, memoria culturale e incontri imprevisti sono i temi che emergono scena dopo scena.
Ward non offre risposte, ma pone domande: cos’è oggi la libertà? Come si tramandano i valori di una generazione? Cosa ci unisce davvero in un’epoca iperconnessa eppure alienata?
Padre e figlia sul set: Langley Ward debutta accanto al regista
Tra le note più emozionanti del film c’è la presenza di Langley, la figlia del regista Jason Ward, che ha fatto parte del cast. Appena laureata in teatro al Sarah Lawrence College di New York, Langley ha portato sullo schermo una freschezza autentica, frutto di una vita tra palcoscenici e set cinematografici.
Jason Ward di The Motorcycle Man
“È stato speciale lavorare con lei”, ci ha detto Ward. “Volevo che questo progetto fosse anche un momento di condivisione familiare, oltre che creativo.”
E quale luogo migliore per presentarlo se non il Cinematic Motor Fest di Modena, capitale dei motori e del design, dove Ferrari è molto più di un’auto, è un simbolo dell’identità italiana. “Quando ero bambino, un amico di famiglia aveva una Ferrari”, ha ricordato Ward, “e mi colpì profondamente. Da allora è sempre stata la mia auto preferita. Poter visitare il museo e mostrarlo a mia figlia è stato un momento magico.”
The Motorcycle Man e il futuro dei festival cinematografici indipendenti
In un panorama dominato da blockbuster e algoritmi, The Motorcycle Man si impone come un’opera sincera, nata dal basso, capace di restituire valore alla narrazione indipendente. Il suo successo al Cinematic Motor Fest di Modena è un segnale forte: c’è ancora spazio per le storie vere, per i registi che scelgono la strada più impervia pur di essere autentici.<br>Il Cinematic Motor Fest dimostra come un festival cinematografico possa essere anche un crocevia culturale, un’occasione per accendere riflessioni, celebrare territori e far incontrare generazioni diverse sotto il segno della passione.
Direttore responsabile e Co-Fondatore di Moda e Motori Magazine