Volkswagen Golf GTI mito imperituro

La Volkswagen ha presentato la nuova Golf GTI giunta alla sua 8ª generazione. Puro concentrato di potenza e tecnologia high-tech dell’era digitale. Esteticamente si presenta con un look più aggressivo rispetto alle normali Golf di serie. Paraurti sportivi, presa d’aria a nido d’ape nella quale sono integrati i 5 fendinebbia che formano una X. E, particolare non trascurabile, il profilo rosso sulla calandra che “incornicia” il logo VW  è illuminato da una linea di luci LED rosse. Il “mito” è tornato e lo ha fatto in grande stile.

Quest’auto ha rivoluzionato l’idea stessa di concepire una vettura, facendo sì che da 46 anni continui ad essere non solo sulla cresta dell’onda, ma costituisca anche fonte di ispirazione. Tenendo bene a mente che ogni successo attuale risiede su un solido passato, facciamo qualche passo indietro nel tempo. Era il 1974 quando la casa di Wolfsburg presenta la prima Golf disegnata da Giorgetto Giugiaro. Linee nette e design pulito ne fanno da subito un successo a tal punto che i tempi di attesa per averla sono lunghissimi. Soltanto due anni dopo, nel 1976 arriva la famigerata versione GTI.

La Volkswagen ha presentato la nuova Golf GTI giunta alla sua ottava generazione. Puro concentrato di potenza e tecnologia high-tech dell'era digitale

Il progetto della Golf GTI (che sta per Gran Turismo Iniezione) era nato sotto non poche difficoltà. La VW era reduce del fallimento del Maggiolino GSR (la versione da corsa) e la crisi petrolifera non incoraggiava l’acquisto di vetture potenti. 
Il dream-team che aveva ideato il progetto Sport Golf ( diventato poi GTI) creato da Anton Konrad (allora responsabile dell’ufficio stampa Volkswagen) e dall’ingegnere Alfons Löwenberg avvertì subito l’esigenza di apportare alcune modifiche al modello di serie della Golf ideata da Giugiaro senza mai allontanarsi dalla sua semplicità e inconfondibilità. Fu così che vennero introdotte quelle che per oltre 4 decenni sono state le caratteristiche distintive dei modelli Golf GTI. Parliamo della storica cornice rossa che circonda la griglia anteriore e dei i codolini in plastica sui parafanghi. Ancora lo spoiler e i 4 fari anteriori, le strisce adesive sulle fiancate, la cornice del lunotto posteriore, i profili dei vetri. Gli interni invece si distinguevano da quelli della vettura di serie per l’indimenticabile stoffa scozzese a quadroni e il pomello del cambio che aveva la forma di una pallina da “golf”. A dare questo particolare tocco artistico fu Gunhild Liljequist che ebbe l’idea imbattendosi in un disegno di una stoffa scozzese a Carnaby Street, durante uno dei suoi viaggi a Londra.
Nel marzo del 1982 viene presentata alla stampa la prima Golf GTD, un’altra pietra miliare del brand Volkswagen, considerata unica vera rivale della GTI. Inoltre anche la versione base era all’avanguardia rispetto a tutte le concorrenti dell’epoca. Insomma la Golf era la Golf e basta. Il GTI uno “status symbol” intramontabile per pochi eletti.Tutto il resto è storia. 
Personalmente ne ho posseduta una, comprata di seconda mano sul finire degli anni 90. Era una GTI 3ª serie che avevo tanto bramato. Il colore era rosso, non il mio preferito per un’auto. Posso assicurarvi però, che una volta al suo interno, girata la chiave di accensione e partito il motore, al colore non si pensava più. L’unico rimpianto, come si può facilmente immaginare, è quello di averla venduta.


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