Rocco Adriano Galluccio

Rocco Adriano Galluccio conosciuto come fondatore e design di "Alcoolique" è il nuovo direttore creativo di Carla Carini. 

Rocco Adriano Galluccio conosciuto come fondatore e design di “Alcoolique” è il nuovo direttore creativo di Carla Carini.

Rocco Adriano Galluccio conosciuto nel panorama della moda italiana come fondatore e design di “Alcoolique” è il nuovo direttore creativo di Carla Carini. Dallo stile camaleontico, ispirato agli anni’70 all’idea di rilanciare il brand “Carla Carini” avendo un occhio di riguardo alla sua lunga storia. Ecco la nostra intervista a Rocco Adriano Galluccio .

– Rocco Adriano Galluccio, classe ’86. Giovane e già con molta esperienza. Ci racconta qualcosa in più sulla sua vita professionale?

Ho effettivamente iniziato a lavorare molto presto, a 16 anni facevo lo stylist collaboravo sia con delle agenzie napoletane che con magazine internazionali. Dopo un breve periodo a Milano mi sono poi trasferito a Bali per collaborare con un’azienda (sempre di moda) che aveva sede lì. Al mio ritorno è partita l’avventura di Alcoolique, che va avanti da 10 anni. Contemporaneamente non sono mancate consulenze e collaborazioni con altre aziende, fino ad arrivare ad oggi, dove c’è il progetto di rilancio di Carla Carini.

Sappiamo che ha partecipato al programma televisivo Project Runway. E’ stata un’esperienza formativa per la sua carriera nella moda? Ci svela qualche retroscena del programma?

È stata un’esperienza molto divertente, ho stretto delle vere amicizie che durano da allora! Per quando riguarda la carriera il programma non ha cambiato assolutamente nulla! Retroscena ce ne sono tantissimi… e sicuramente la “verità” non era quella che si vedeva in video, come tutti i programmi! 
 
– Le sue origini partenopee quanto e come hanno influenzato le collezioni?
Tantissimo! Le mie origini sono sempre continua fonte di ispirazione in tutto il mio lavoro, e ne vado molto fiero!
 
– Sappiamo che fin da bambino aveva anche la passione della fotografia. Da designer come valuta la fotografia di moda oggi?
Seguo molti fotografi, sia emergenti che non. Ci sono dei ragazzi molto talentuosi che creano dei mondi bellissimi, anche se viviamo nella generazione del “tutto è stato già fatto”.
 
– C’è uno stilista che ammira in modo particolare?
Ho una passione per la moda e per gli stilisti di fine anni ‘70 inizio anni ‘80. Ne ammiro tanti, ma forse il mio preferito è Gianni Versace a partire dai suoi esordi con Genny. 
 
– Parliamo del suo stile personale. Lo descriva in una parola sola.
Camaleontico.
 
– La pandemia ha influito in tutti i settori, moda compresa. Com’è stato il suo modo di reagire? Ha approfittato del lockdown per pensare a nuovi progetti futuri? E’ cambiato il suo modo di vedere le cose?
Assolutamente! Dopo il primo lockdown ho deciso di rendere Alcoolique fruibile a tutti, con vendita diretta e prezzi più vantaggiosi. Da lì è nata l’idea della collezione di bijoux. Credo sia cambiato in tutti il modo di vedere le cose, e adesso punto ad una moda più concreta. 
 
– Lei è il nuovo direttore creativo della casa di moda Carla Carini. Come si sente in questo ruolo e come saranno le nuove collezioni sotto la sua guida?
Sono molto contento ed emozionato di ricoprire questo ruolo! Le collezioni strizzeranno l’occhio a tutto lo storico del brand. Carla Carini ha una storia lunghissima e bellissima e spero di renderla visibile con il lavoro che sto facendo.
 
– A proposito delle gag del buongiorno? Come nascono? Cosa ne pensano i suoi followers?
La story del buongiorno è nata durante il primo lockdown. Ormai ogni giorno tantissime persone mi scrivono e non posso più farne a meno. Così è diventata un vero e proprio rito.
 
– Da una fotografia abbiamo visto che ha 2 tatuaggi; un’ape e un occhio. Cosa rappresentano, ne ha altri?
Si, ho un ex voto, una sirena, una costellazione e il re sole. Sono stati tutti fatti ad una distanza temporale molto ravvicinata e sono tutti legati alla mia famiglia ed al mio percorso di vita.
 
– Che rapporto ha con i motori? 
Posso dire che è pessimo. 
 
– Secondo lei un’ auto va “indossata” come un abito? 
Certamente. Si capisce molto di una persona dalla sua auto. 
 
– Se fosse un designer di auto, come sarebbe la sua nuova creazione “sartoriale” a 4 ruote?
Un richiamo vintage alle auto americane degli anni 50… le amo da impazzire!