Il cappotto di cammello è uno dei pochi capi a restare sempre sulla “cresta dell’onda”. Introdotto nella metà degli anni ’20 del secolo scorso, si è subito imposto come il capo spalla per eccellenza dei signori dell’alta società, senza mai conoscere un declino. Addirittura ha contagiato anche alcune dive del cinema come Greta Garbo e Marlene Dietrich, adulatrici dello stile maschile.
Mentre in tempi più recenti lo troviamo indossato splendidamente anche da modelle quali Gigi Hadid e Rosie Huntington Whiteley. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il cappotto di cammello, torna ad essere in “àuge”. Grazie questo, al suo utilizzo sui campi di battaglia come completamento delle divise dei soldati. A quei tempi infatti, era molto difficile trovare lana o qualsiasi tessuto atto a confezionare dei cappotti. Il pelo di cammello dunque si dimostrava strategico poiché era caldo e a basso costo. A consacrarlo definitivamente come simbolo fashion, ci pensa Marlon Brando nel film “Ultimo tango a Parigi“.



