La prima sfilata Valentino con Alessandro Michele e la bellezza come antidoto al disordine della realtà
E’ appena calato il sipario sulla prima sfilata Valentino con Alessandro Michele alla direzione creativa, il debutto più atteso in questa stagione di moda. A Parigi Valentino Pavillon Des Folies ha accolto gli ospiti con uno spartito musicale quale invito. Una musica composta ad hoc per l’evento nella location di Avenue de la Porte de Chatillon, nel 14° arrondissement. Nel front row molte le star italianissime Damiano David, Emma Marrone, Valeria Golino, Paolo Sorrentino e Alessandro Borghi. L’amico di sempre Jared Leto, Giancarlo Giammetti artefice con Valentino della nascita e del successo della maison romana fondata negli anni Sessanta. Maison che cambia rotta ed inaugura oggi il suo nuovo corso.
La prima sfilata Valentino con Alessandro Michele
Partiamo dalla fine, dal saluto che Alessandro Michele riserva ai suoi ospiti al termine della sfilata. Lui in jeans, camicia rossa a quadri e cappellino da baseball percorre lo spazio dello show raccogliendo gli applausi di addetti ai lavori e amici. Attorno, una location che sembra una dimora dimenticata nel tempo, dove mobili impolverati sono coperti da veli e tessuti e le modelle sfilano su un pavimento come uno specchio rotto. “Rispolverare” una storia di grande bellezza come quella Valentino attraverso lo sguardo sognante che gli è proprio. I codici stilistici di riferimento si colgono come sedimentati in un’estetica che procede per accostamenti anche inediti. Gli abiti molti in bianco e nero, il rosso iconico della Maison, le calze in pizzo, i decori di fiocchi e volant. Il dettaglio della pelliccia vaporosa e dei gioielli come gli orecchini lunghi, i turbanti dal fascino esotico che richiamano i favolosi Sixties. E ancora i cappelli a falda larga decorati con piume di uccello, insieme al decoro del piercing gioiello che incornicia il volto.
La nuova collezione Valentino P/E 2025
Tra sogno e realtà, l’atmosfera quasi incantata che accompagna il defilé restituisce l’universo immaginifico del designer che intreccia passato e presente su un piano atemporale, sospeso. La sua visione è plasmata da sensibilità contemporanea e approccio gender-fluid mettendo la firma su un remix dei tesori dell’archivio Valentino. Già in occasione del lancio della Resort 2025 di Valentino, Michele aveva dichiarato di voler guardare con i suoi occhi al lavoro di Valentino, che da sempre si era contraddistinto per opulenza ed eccellenza, distillati attraverso la bellezza, grande ossessione del fondatore.
Il debutto di Alessandro Michele da Valentino
Alla vigilia dello show parigino, nelle poche interviste rilasciate, Michele aveva raccontato il suo approccio alla Maison. Su tutto l’idea che il suo ruolo non sarà quello del classico couturier, come fu ai tempi del fondatore Valentino. Lui al contrario, si muove a suo agio nei panni del direttore creativo. Ha dichiarato di aver instaurato un rapporto affiatato con tutto il team di lavoro. Il suo sguardo curioso si è immerso negli archivi del marchio, riemergendovi carico di una bellezza super, “hyper beauty” come l’ha prontamente definita. Del suo gusto massimalista, il neo direttore creativo non ha mai fatto mistero, consegnando la sua visione di moda affidata a un remix di attitudini, ispirazioni, citazioni. Ne nascono look inediti, tutti da decodificare, strato dopo strato.
La ricchezza della maison couture romana quale ispirazione
“È per me un grandissimo onore essere accolto nella Maison Valentino. Sento l’immensa gioia e l’enorme responsabilità nel fare ingresso in una maison de couture che ha inciso la parola bellezza in una storia collettiva fatta di ricercatezza ed estrema grazia. A questa storia va il mio primo pensiero: alla ricchezza del suo patrimonio culturale e simbolico, al senso di meraviglia che ha saputo costantemente generare, all’identità preziosissima che i suoi padri fondatori, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, le hanno donato con amore sfrenato. Si tratta di riferimenti che hanno sempre rappresentato per me un’ irrinunciabile fonte di ispirazione e a cui intendo rendere omaggio rileggendoli attraverso la mia visione creativa”. Con queste parole Alessando Michele aveva preso le redini creative del marchio romano, dopo l’addio di Pierpaolo Piccioli.
I look della prima sfilata Valentino di Alessandro Michele
Una nomina accolta con qualche perplessità dal fashion system, d’improvviso orfano di Piccioli che non poco aveva contribuito a sdoganare un’eleganza fluida e al passo con i tempi. Allo stesso tempo, il ritorno di Michele lasciava immaginare un nuovo scenario extravagante e visionario nel solco dello stile già impresso al marchio Gucci. La prima sfilata ha di fatto segnato un nuovo corso per la maison romana nel solco di una visione stilistica che fa tesoro del passato e lo rilegge con fascino contemporaneo.
La bellezza quale antidoto all’angoscia dei nostri tempi
Si legge nella nota stampa a firma del designer: “In questa cornice, la bellezza può costituire un rimedio all’angoscia che si genera di fronte alla natura caduca e indeterminata del nostro destino. Un ancoraggio per navigare all’interno di quel «pavillon des folies» che chiamiamo vita. Tutt’altro che fugace e inconsistente, la bellezza è, infatti, in grado di produrre conforto e di accoglierci in un abbraccio che conserva il calore dei corpi. La sua è una funzione riparatrice: culla la fragilità e cicatrizza il disordine del reale”.