Kimi Antonelli, sfortuna a Barcellona un weekend da leader nonostante il ritiro
Il talento c’è, la maturità anche nel GP di Spagna 2025, Kimi il rookie Mercedes è stato competitivo sino al guasto improvviso al motore.
Kimi Antonelli
Il talento non si misura a punti
Nella Formula 1 moderna, i numeri spesso non raccontano tutta la storia. Lo sa bene Kimi Antonelli, che al GP di Barcellona 2025 ha offerto una prestazione solida, matura e in netta crescita, vanificata soltanto da un problema tecnico a pochi giri dalla bandiera a scacchi. Eppure, per chi guarda con attenzione, è evidente che il giovane bolognese sta crescendo gara dopo gara, confermando di avere tutte le carte in regola per diventare una colonna del team Mercedes F1. Dopo due weekend europei difficili tra Imola e Monaco, in Spagna si è rivisto il Kimi veloce, adattabile e determinato che aveva impressionato nella prima parte della stagione.
Le prove libere di Barcellona
Il weekend catalano non era iniziato nel migliore dei modi. Durante le prove libere 1, Antonelli ha segnalato problemi di bouncing e un bilanciamento instabile della sua W16, elementi che hanno limitato il suo lavoro nelle prime fasi. Ma il passo in avanti è stato netto e immediato: nelle FP2 ha chiuso con il sesto tempo, mentre nelle FP3 ha confermato il trend positivo con un ottimo settimo posto.
Lavorando a stretto contatto con gli ingegneri Mercedes, il rookie ha dimostrato una grande capacità di ascolto e adattamento, qualità fondamentali per un pilota che si sta ancora costruendo nel mondo della F1. Il risultato? Una monoposto ben più stabile per il sabato, e un pilota sempre più sicuro dei propri mezzi.
La qualifica Q3 conquistata con grinta
La sessione di qualifica è stata il primo segnale chiaro che qualcosa era cambiato. Antonelli è entrato in Q3 per la seconda volta in stagione, e lo ha fatto con autorevolezza. Il suo sesto tempo finale è stato frutto di un giro preciso, senza sbavature, che ha mostrato anche un miglioramento nella gestione delle gomme soft e del traffico in pista.
Per un pilota alla sua prima stagione in Formula 1, saper reggere la pressione della qualifica, in una pista tecnica come quella di Barcellona, è già un segnale forte. A sottolinearlo è lo stesso paddock, dove molti iniziano a vedere in Kimi non solo un talento “futuribile”, ma un potenziale protagonista già nel presente.
Gara di Barcellona per Kimi dai top-7 alla doccia fredda
Scattato dalla terza fila, Antonelli ha gestito bene il primo stint di gara. Preciso in partenza, attento nei primi giri, ha mantenuto la posizione senza esporsi a rischi inutili. Quando la gara ha preso ritmo, il pilota italiano si è stabilizzato in settima posizione, dietro alle due Ferrari e alle McLaren, tenendo il passo con costanza.
Fondamentale è stata la sua capacità di preservare le gomme, in un circuito noto per mettere a dura prova l’anteriore sinistra. Nessun errore, nessuna sbavatura: tutto stava andando secondo i piani, finché al giro 55 la Mercedes #12 ha rallentato improvvisamente, costringendolo al ritiro.
La causa, secondo quanto dichiarato dal team, è stata un problema improvviso alla power unit, lo stesso tipo di guasto che aveva già compromesso la gara di Kimi Antonelli a Imola. Una beffa doppia, perché a Barcellona il giovane avrebbe portato a casa punti pesanti.
“Il problema è successo all’improvviso – ha raccontato Kimi dopo la gara – non l’ho sentito arrivare. È un vero peccato, perché stavamo facendo tutto bene. Ora resettare è fondamentale: voglio tornare più forte in Canada.”
Il bilancio della tripletta europea: sfortuna, ma segnali incoraggianti
Tre gare europee, tre risultati negativi. Il bilancio numerico della tripletta Imola-Monaco-Barcellona è impietoso, con zero punti raccolti. Ma se a Imola e Monaco i problemi erano stati legati anche a errori in qualifica e difficoltà di adattamento, in Spagna Antonelli ha offerto una performance completa sotto ogni punto di vista.
La costanza sul passo gara, la capacità di leggere la gara e di adattarsi velocemente al setup fanno pensare a un pilota ben più maturo dei suoi 18 anni. E soprattutto, mostrano che il trend è positivo, anche se i risultati ancora non lo raccontano.
Il paragone con altri rookie del passato è inevitabile: da Leclerc nel 2018 a Russell nel 2021, il percorso di apprendimento in F1 è quasi sempre fatto di alti e bassi. E per Kimi, l’aspetto più promettente è proprio la capacità di reagire agli imprevisti con lucidità.
Kimi Antonelli
Cosa si aspettano da lui in Mercedes
In Mercedes, il progetto su Antonelli è chiaro: farlo crescere senza bruciarlo. Dopo l’addio di Hamilton e il passaggio alla nuova era post-Toto Wolff, la scuderia di Brackley ha deciso di puntare su un talento giovane e costruirgli attorno una struttura di supporto.
Le prestazioni di Kimi, nonostante le difficoltà tecniche, stanno convincendo gli addetti ai lavori. A impressionare non è solo la velocità pura, ma anche la sua attitudine al lavoro, alla comunicazione con il team e alla gestione delle fasi critiche.
Se la Mercedes tornerà ai vertici nei prossimi anni, è molto probabile che Antonelli sarà uno dei pilastri di questo rilancio.
Il futuro immediato Canada come punto di svolta
Il prossimo appuntamento è il GP del Canada, circuito da medio carico aerodinamico, dove la gestione dei freni e la precisione in staccata fanno la differenza. Un banco di prova diverso da Barcellona, ma altrettanto indicativo.
Per Antonelli sarà l’occasione di lasciarsi alle spalle tre weekend difficili, capitalizzando ciò che di buono ha costruito in Spagna. L’obiettivo? Tornare in top-10 e riprendere la strada dei punti, interrotta dopo la brillante prima parte di stagione.
Per ora, però, il messaggio è chiaro: il talento non è in discussione, e quando la sfortuna smetterà di fare da protagonista, i risultati arriveranno.
Direttore responsabile e Co-Fondatore di Moda e Motori Magazine