Eduardo Costabal nel mio museo vive il ricordo di Ayrton Senna

Ci sono oggetti che raccontano storie. E poi ci sono cimeli che, più che raccontare, fanno rivivere. Succede a Barcellona, dove nel museo Chelsea 1979 il tempo si è fermato. Tra tute, caschi e volanti, si sente ancora l’eco delle imprese di un uomo che ha segnato un’epoca. Un uomo chiamato Ayrton Senna.

 

Eduardo Costabal nel mio museo vive il ricordo di Ayrton Senna

Eduardo Costabal nel mio museo vive il ricordo di Ayrton Senna

 


Questo è un articolo del numero 5 di Moda e Motori Magazine. Disponibile a questo link mentre il cartaceo è ordinabile qui


 

A trent’anni dalla morte di Ayrton Senna, il collezionista cileno Eduardo Costabal apre le porte della sua memoria, custodita in uno dei luoghi più straordinari per ogni appassionato di motorsport. Il suo museo non è un semplice archivio di reliquie: è un santuario, un viaggio emotivo e profondo nel cuore pulsante delle corse, dove il mito di Senna Ayrton continua a vivere.

Un casco, un ricordo la tragedia di Imola

“Mi vengono ancora i brividi quando lo guardo”, confessa Costabal indicando uno degli oggetti più preziosi della sua collezione: il casco indossato da Ayrton Senna il venerdì del tragico weekend di Imola. Pochi giorni dopo, il primo maggio del 1994, l’incidente di Ayrton Senna alla curva del Tamburello avrebbe cambiato per sempre la Formula 1. “È un pezzo che non mostra solo la velocità e il talento, ma anche la fragilità della vita. Quel casco è un simbolo. È l’inizio della fine. E ogni volta che lo pulisco, lo faccio con le lacrime agli occhi”.

 

Eduardo Costabal nel mio museo vive il ricordo di Ayrton Senna

Eduardo Costabal e i ricordi di Ayrton Senna

 
Nello stesso spazio, accanto al casco, ci sono i guanti del Gran Premio del Brasile 1991, quando Senna vinse per la prima volta nella sua terra. Una vittoria ottenuta guidando per metà gara solo con la sesta marcia. “Non avevo mai sofferto così — disse Senna all’arrivo — ho trovato dentro di me una forza che veniva certamente da Dio”. Quelle parole, ricorda Costabal, sono scolpite nella storia. “Ayrton non era solo un pilota. Era un uomo in costante dialogo con il cielo”.

Chelsea 1979 Ayrton Senna McLaren e oltre

La sezione dedicata a Senna Ayrton nel museo Chelsea 1979 è qualcosa che va oltre la semplice esposizione. È un percorso spirituale. Eduardo ha raccolto oltre trenta pezzi autentici, tra cui tute, caschi, scarpe, volanti e persino la patente del campione brasiliano. E poi, naturalmente, tutti i modellini delle sue monoposto di Formula 1 in scala 1:18, dalla Toleman alla Lotus, passando per l’iconica McLaren e la tragica Williams.

“Quella McLaren bianca e rossa — racconta — era il prolungamento del suo corpo. Ayrton aveva un feeling con quella macchina che pochi possono capire. Quando la guidava, sembrava suonare un pianoforte ad altissima velocità”. Per Costabal, il legame tra Ayrton Senna e la McLaren è uno dei binomi più romantici della storia dello sport. “Era passione pura. Era danza in movimento”.

Il museo come macchina del tempo

Fondata da Eduardo Costabal, la collezione Chelsea 1979 è diventata, nel tempo, una delle più ricche al mondo per varietà e qualità. Ma nulla, nemmeno le tute di Schumacher o i caschi di Fangio, genera l’impatto emotivo del settore dedicato a Senna.

“Sono cresciuto in una famiglia di artisti e architetti. Nessuno avrebbe pensato che avrei seguito questa strada. Ma quando nel 1978 iniziai a collezionare, capii subito che sarebbe stata la mia missione”. La prima svolta arrivò quando ricevette il casco di Eliseo Salazar, suo connazionale. Da allora, non si è più fermato. “Il museo è il frutto di una vita di ricerche, di sacrifici e anche di incontri casuali. Ma ogni oggetto ha un’anima. E soprattutto, ogni oggetto ha un volto: quello di Ayrton”.

L’incidente di Ayrton Senna a Imola una ferita ancora aperta

Tra le parole che Eduardo pronuncia con più emozione, c’è sempre un riferimento a quel 1 maggio 1994. L’incidente di Ayrton Senna a Imola, che avvenne alla curva Tamburello, resta una delle pagine più dolorose dello sport moderno.

“Ricordo quel giorno come se fosse ieri. Ero incollato alla televisione. Quando vidi l’impatto, il silenzio mi sembrò irreale. Era come se il mondo intero si fosse fermato”. Per Costabal, l’incidente di Ayrton Senna non è solo un evento sportivo. È un trauma collettivo. Un momento che segna il confine tra un prima e un dopo nella storia della Formula 1.

Un ricordo che va oltre il tempo

Eduardo non ha mai incontrato Ayrton di persona, ma racconta che il loro legame è viscerale. “Conosco la sua storia come se fosse la mia. Ogni oggetto che possiedo è come una stretta di mano. Ogni volta che guardo i suoi occhi attraverso la visiera, sento di parlare con lui”.

 

Eduardo Costabal nel mio museo vive il ricordo di Ayrton Senna

Eduardo Costabal

 
E se oggi la Formula 1 è cambiata, con piloti come Max Verstappen o Lando Norris che cercano la perfezione, per Costabal nessuno ha l’anima di Senna. “Era aggressivo, geniale, ma anche profondamente umano. Sapeva sorridere, sapeva pregare, sapeva ascoltare”.

Chelsea 1979 una casa per le leggende

Nel museo di Barcellona, Senna non è solo. Con lui ci sono tutti i grandi del motorsport: da Juan Manuel Fangio a Lewis Hamilton, da Alberto Ascari a Niki Lauda, da John Surtees — l’unico a vincere su due e quattro ruote — fino a Gilles Villeneuve e Michael Schumacher. Ma è lo spazio dedicato a Senna che emoziona più di tutti. “Lo vedi nei volti della gente che entra. Alcuni si fermano a pregare davanti alla sua tuta. Altri piangono. Non c’è bisogno di spiegazioni. Senna è amore universale”.

Un museo, un messaggio

Alla fine del percorso, Eduardo Costabal lascia un pensiero per i visitatori. “Spero che chi entra qui senta la mia stessa passione. Voglio che questo museo parli alle nuove generazioni. Voglio che capiscano chi era Ayrton Senna, e cosa abbiamo perso con la sua morte. Perché la morte di Ayrton Senna non è solo una notizia del passato: è una ferita che continua a pulsare”.