Capetto: il nuovo lessico del lusso marinaro a Pitti Uomo 108

Capetto non è solo un brand, è una dichiarazione di intenti. Una carezza estiva sulla pelle, un riflesso blu che si insinua tra il sale del mare e l’eleganza urbana. A Pitti Uomo 108, tra giardini e padiglioni gremiti di tendenze, Capetto si è imposto in silenzio, come fa il vero lusso: senza urlare, ma facendosi riconoscere.
 

Capetto: il nuovo lessico del lusso marinaro a Pitti Uomo 108

Capetto: il nuovo lessico del lusso marinaro a Pitti Uomo 108


 

Il manifesto estetico di Capetto

In un mondo che rincorre trend effimeri e silhouette sovraesposte, Capetto affonda le radici nella sostanza. Ogni capo è una promessa mantenuta. Linee pure, tagli netti ma morbidi, volumi architettonici che sembrano nati dal vento. Il brand nasce per raccontare l’estate italiana, ma lo fa con una lingua nuova, fatta di cotone pettinato americano, spugna tessuta a km zero, e cromie che sanno di Mediterraneo eterno.

L’abbigliamento marinaro secondo Capetto è trasversale, colto, mai caricaturale. È pensato per vivere il ponte di una barca o attraversare la città al tramonto, con la stessa identica nonchalance.

Una collezione che abbraccia il corpo e la memoria

La collezione Capetto è un microcosmo essenziale e coerente. Ogni pezzo è parte di una grammatica estetica ben precisa. L’accappatoio diventa cappotto, il poncho si trasforma in rifugio. I materiali parlano una lingua tattile: sono vivi, autentici, destinati a durare. I colori – tra cui il raffinato Reflex Blue – evocano brezze marine, cieli lattiginosi, sabbie scolpite dal tempo.

Tra i capi iconici:

  • Coat Hood: un cappotto con cappuccio in spugna di cotone che unisce forma e funzione. Chiusura a un petto e mezzo e bottoni rapidi in acciaio inox. Un capo da barca che si indossa anche in città.
  • Blazer Hood: un blazer con cappuccio, elegante e disinvolto, da ponte a night club.
  • Poncho: probabilmente il più grande mai realizzato, da indossare o stendere sulla spiaggia, in un solo gesto.
  • Vest: gilet minimal, da sovrapporre a un costume o a una camicia di lino.
  • Gonnellino: ironico, pratico, regolabile. Perfetto per cambiarsi in barca con stile.
  • Bag: extra-large, in spugna, con una tasca frontale per oggetti indispensabili. È il manifesto della funzionalità elegante.
  • Polo e Shorts: realizzati in spugna pesante, concepiti per un total look marinaro coerente e deciso.

La filiera corta del lusso consapevole

Capetto è 100% Made in Italy. Ma non è solo un claim. È un impegno concreto, una scelta culturale. Dal cotone pettinato americano – selezionato per morbidezza e resistenza – alla tessitura locale, dalla tintura con tecnologia Indanthrene (che garantisce tonalità intense e resistenza a cloro, creme e acidi) fino ai 36 passaggi manuali per confezionare ogni capo, tutto parla di eccellenza.

Il risultato? Capi pensati per durare, oltre le stagioni, oltre le mode. Ogni pezzo nasce per diventare parte di chi lo indossa, per accompagnare storie, viaggi, pause. In un’epoca che divora e dimentica, Capetto ricorda.

Il lessico silenzioso del vero stile

“Il lusso di non dover spiegare”. Così si legge nel brand book del marchio. E c’è tutta l’essenza Capetto in questa frase. Nessun logo visibile, nessuna necessità di urlare l’appartenenza. La qualità è un fatto tattile, un fatto di esperienza.

Il taglio dei capi segue geometrie senza tempo. Le vestibilità sono ampie, pensate per offrire comfort e bellezza, anche su un ponte sferzato dal vento o in una piazza assolata d’agosto. Il cotone, spugna da 500 g/m², è doppio riccio: trattiene la morbidezza e asciuga come un abbraccio.

Indossare Capetto è scegliere una forma di libertà. Libertà dai trend gridati, dalla plastica camuffata da glamour, dalla superficialità dell’apparire. È un gesto politico, quasi. Elegante e sommesso.

Capetto a Pitti Uomo 108 la presentazione

All’interno del Pitti Uomo 108, tra la frenesia degli stand e le collezioni che cercavano visibilità, Capetto ha scelto un approccio opposto. Uno stand essenziale, materico, progettato per far parlare i capi. Nessuna modella, nessuna messa in scena. Solo luce, texture e il suono attutito delle dita che sfiorano la spugna.

Il pubblico internazionale ha colto il messaggio. Buyer, giornalisti e addetti ai lavori hanno riconosciuto nel brand un unicum. Perché Capetto non cerca consenso: costruisce identità.
 

Capetto: il nuovo lessico del lusso marinaro a Pitti Uomo 108

Capetto: il nuovo lessico del lusso marinaro a Pitti Uomo 108

 

Un nome che è un sorriso

“Capetto” è un calembour, un vezzeggiativo che scherza con l’apparente semplicità dei suoi capi e con l’attitudine da “capo” di chi li sceglie. È ironia e affermazione insieme. È l’idea che il potere possa indossare una spugna color avorio e rimanere impeccabile.

Abbigliamento marinaro, con un’anima urbana

La vera forza di Capetto è la sua trasversalità. Non è solo un brand di capi da barca. È un nuovo capitolo del guardaroba estivo contemporaneo. Funzionale quanto sofisticato, trasporta l’iconografia marinara nel tessuto della quotidianità metropolitana. Perfetto per una cena al porto, ma anche per un brunch in città. Perché la vera estate italiana – quella che Capetto vuole far sentire sulla pelle – non è fatta di cliché, ma di sensazioni.

Un invito alla permanenza

Capetto non è nato per stupire, ma per restare. Per chi non ha bisogno di ostentare, ma sceglie la qualità nei gesti e nei dettagli. Per chi vive il tempo lentamente, con eleganza e consapevolezza. E forse proprio per questo, Capetto è destinato a durare.