“Calice di Chiara” Il vino “scritto” con solitudine e amore
Chiara Angeli è nata a Firenze nel luglio del 1986 e ha sempre vissuto nella zona del Mugello, in campagna, circondata da campi e vigneti. È insegnante di italiano nella città di Borgo San Lorenzo e nel 2019 ha deciso di realizzare uno dei suoi sogni: scrivere un libro.
Testarda fin da piccola, aveva già partecipato nel 2004 al concorso di Miss Italia e, in seguito, aveva scelto di dire no al mondo della moda, dei servizi fotografici e di tutto ciò che ruotava intorno a quell’universo.
“Calice di Chiara” Il vino “scritto” con solitudine e amore
Ha sempre creduto che avrebbe potuto tornare al mondo della madre terra, ogni volta che ce ne fosse stato bisogno. “Il mio futuro dipendeva, in un certo senso, dall’amore che sapevo di poter donare alla mia terra, che a sua volta mi ha dato amore, forza ed energia”, scrive nella quarta di copertina del suo libro intitolato: “Calice di Chiara”!
Questo è diventato anche il nome del suo primo vino!
Una donna, un libro, un calice
Chiara vive a Vicchio del Mugello, dove la natura si stende silenziosa e ti avvolge. Tra alberi, vigne e l’odore della terra umida al mattino, lì ha trovato l’inizio della sua seconda vita. Non è cominciata con luci e titoli. È cominciata con il silenzio.
Cinque anni fa, in pieno periodo Covid, l’isolamento era diventato quotidianità. E da quell’isolamento, lei trovò rifugio nella terra. Nelle sue vigne. Nel sole che riscaldava le foglie.
“Calice di Chiara” Il vino e il libro
Proprio lì, un anno prima, era nata l’idea del suo libro, e poi, quasi naturalmente, era nato anche un vino.
Il “Calice di Chiara” non è semplicemente una bottiglia. È un calice di memoria. È il sapore di un’epoca — un po’ amaro, un po’ dolce. Proprio come la vita di allora. “A volte la vita ti conduce da sola verso la realizzazione di un miraggio”, dice lei stessa.
Dalla carta alla botte
“Passavo intere giornate tra le mie vigne, a prendermi cura delle mie viti, a parlare con loro. La vite era diventata la mia compagna. Durante quel lungo periodo, iniziai a scrivere, in notti insonni e piene di pensieri. E col passare del tempo, capivo sempre di più quanto quegli scritti fossero importanti. Così decisi di farne un libro. Un libro con protagonista una ragazza, Chiara, che faceva più o meno ciò che facevo anch’io: dedicava il suo tempo alla vigna.
Chiara passeggia con il papà tra le vigne
Un giorno, quasi per scherzo, suo fratello le propone di creare un suo vino, una sua bottiglia. “In quel momento non diedi molto peso alla proposta, ma proprio quel giorno, assaggiando un acino d’uva, capii che aveva il sapore della mia vita: un misto di amaro e dolce. Era il gusto che mi accompagnava in quel periodo.”
Non passò molto tempo. Il primo vino nacque, e la copertina del libro diventò l’etichetta della bottiglia. Dalle pagine al calice, dall’immaginazione alla terra. Il “Calice di Chiara” era diventato reale. “Dentro ogni calice c’è un frammento della mia storia. Qualcosa di mio. Qualcosa di Chiara.”
E continua: “Così è nato questo mio amore. E come sappiamo, il mondo del vino ti apre tante porte. Ti permette di conoscere persone, di vivere momenti di condivisione. Il vino è sempre un’occasione di festa — un brindisi, una cena, un augurio. Ed era proprio quello di cui avevo bisogno in quel momento: un nuovo inizio, che poi mi ha aperto tante strade. Anche la nostra azienda agricola di famiglia, quella di mio padre — “Azienda Agricola I Carri” — si è ingrandita. Abbiamo acquistato altri terreni, piantato più Sangiovese e soprattutto Syrah. Ora abbiamo due ettari e mezzo di Syrah, e presto produrremo anche questa nuova varietà di vino.”
C’è un segreto che fa la differenza in un vino “buono”?
“Non esiste un vino buono o mediocre. Esiste solo il gusto che tocca ogni persona in modo diverso. O meglio: per ogni palato esiste il suo vino”, dice Chiara. “Quello che ritengo davvero importante è l’amore e la passione che si mettono nella coltivazione e nella produzione.”
“Forse può sembrare strano, ma come in tutte le cose, se non le vivi e non le vedi con i tuoi occhi, è difficile crederci. La terra, come la vite, richiede tantissimo tempo e impegno fisico. Tutto quel tempo dedicato alla vigna deve essere dato con amore — per garantire una buona esposizione al sole, una corretta gestione degli spazi, una nutrizione adeguata della radice e della pianta.”
Chiara e Dimitri durante l’intervista
Per lei, quindi, il segreto non è quantitativo. È emotivo.
“Se tutto questo viene fatto con amore, allora credo che siamo molto vicini alla qualità che sogniamo.”
Si può “gustare” la verità?
È possibile che chi beve il vino di Chiara possa “sentire” tutto questo — l’amore e la dedizione che lei ha messo dentro quel calice?
“Sì, perché attraverso il gusto si capiscono tante cose. Non è solo il sapore, l’aroma, il retrogusto. È che qualcosa ti resta dentro.”
Ma non basta solo il gusto. Serve anche il racconto. La storia.
“Naturalmente sta a chi lo crea raccontare la storia del vino — da dove viene, qual è il suo percorso. Da lì in poi, il consumatore ha il tempo per capire se quel vino è nato dall’amore oppure no.”
Il futuro sarà una botte d’invecchiamento
Chiara ha ancora molto da dire. E molto da creare. L’azienda agricola di famiglia, “I Cari”, continua ad espandersi. Nuove piantagioni, nuovi sogni. Due ettari e mezzo di Syrah sono già nella terra, e un nuovo vino è pronto a nascere.:“Ho tante cose in mente per il futuro. Ho ancora tanti sogni, per fortuna — perché sono loro il motore che ti tiene vivo. Ho tanti progetti sia nella mia vigna che nella nostra azienda agricola. Spero di poterli realizzare.
Sicuramente, voglio creare un vino particolare, che piaccia alla gente, che possa intraprendere un percorso importante, raggiungere risultati e numeri che mi diano soddisfazione. È questo che mi auguro, perché ci sto mettendo tutta me stessa. E sì, questo rimane il mio sogno. Il sogno che tengo ancora nel cassetto.”
Chiara Angeli tra vini, libri e motori
Il “Calice di Chiara” è molto più di un vino. È un dialogo. Con la terra, con se stessa, con gli altri. Ed è solo l’inizio, dopo cinque anni di impegno da parte dell’affascinante e autentica Chiara Angeli, che abbiamo conosciuto sulle pagine di Moda e Motori Magazine in occasione del Gran Premio d’Italia di MotoGP, visto che lei stessa segue i GP ed è naturalmente tifosa dell’eroe locale, il pilota Guido Pini!.
Chiara e il papà nei vigneti